L'argomento del libro
Con il mio nuovo libro "La strana storia del dottor Philippe", liberamente ispirato alle vicende di uno dei personaggi più strambi ed enigmatici della cronaca nera francese del Novecento, ho cercato di scrivere un romanzo di formazione scandito in cinque racconti.
«Dove si trova il male? È in una persona, in una circostanza, in un'azione? Oppure è qualcosa di diffuso e impalpabile come una polvere fredda e silenziosa tanto che potremmo non accorgerci per anni della sua presenza, potremmo non vederlo accumularsi intorno a noi ma trovarcelo all'improvviso alla nostra tavola, a mormorarci sciocchezze dentro l'orecchio, a osservarci beffardo dallo specchio?»
Mi chiedo: ma sarà opportuno confessare il mio interesse per i racconti di omicidi seriali e altre sinistre perturbazioni dello spirito umano? Non suonerà piuttosto simile alla confessione di aver commesso un crimine imperdonabile di curiosità? Di fatto la maggior parte dei serial killer hanno cominciato da qualcosa di meno, dallo sterminio di piccoli animali fatto quando erano ragazzi, da piccole torture psicologiche prima subite e poi riversate, sempre più ingigantite, verso i feticci della propria rabbia. E allora scrivere un intero libro sulla storia di uno di questi inspiegabili assassini non sarà un primo passo, altrettanto imperdonabile, verso quel mondo? Che dire? Spero vivamente di no!
L'aderenza alla realtà
Cominciamo innanzitutto col chiarire che questo libro non è una biografia. Non ho nessuna pretesa sulla veridicità dei singoli episodi raccontati, sulla loro esatta successione, sulle implicazioni degli uni sugli altri. Mi sono semplicemente ritrovato, un giorno, a leggere di vicende così terribili che avevano più di Barbablù che di una storia vera. Oltretutto non facevano affatto pensare al secolo della razionalità, al novecento in cui erano ambientate, ma avevano un gusto più antico. E questo gusto era dato dall'impressione, costantemente supportata dal protagonista, di avere un ruolo che lui stesso non aveva scelto ma al quale non poteva scappare.
Le sue sconvolgenti crudeltà, spesso addirittura causate da circostanze risibili come l'aver ottenuto una risposta che non gli era piaciuta, lo facevano somigliare piuttosto al mostro leggendario di una favola nera, che non può nemmeno immaginare di uscire dal proprio personaggio, piuttosto che a un dottore della provincia francese. Addirittura pare che, durante il processo che subì per i suoi delitti, non potesse fare a meno di rivolgere attorno una strana sorta di ghigno che, se dal punto di vista della narrazione, appare perfettamente conseguente e adeguato al personaggio malefico e senza pentimenti, dall'altra non penso proprio che abbia giovato alla sua difesa processuale.
Di chi parlo? Siccome informarsi su questa strana figura è per certi versi esporsi allo spoiler, lascerò le indicazioni in fondo all'articolo.
Struttura del libro
Il libro è strutturato in cinque racconti. I racconti dispari trattano del protagonista mentre i due racconti pari trattano di vicende separate che si fondono e si intrecciano con quella principale, anche se di per sé sono vicende autonome ed esprimono separati punti di vista.
Le vicende si sviluppano nell'arco di tutta la prima metà del novecento, secolo della penicillina e degli stermini di massa condotti grazie all'aiuto della scienza. La descrizione potrebbe sembrare negativa nei confronti della scienza stessa, cosa che non sarebbe nelle mie corde. Tanto più che, qualsiasi fosse il livello raggiunto dalla scienza o dalla tecnologia nel corso dei secoli precedenti e qualsiasi fossero gli strumenti a sua disposizione, l'umanità ha sempre dimostrato di sapersi ingegnare nell'impiegarli per i suoi stermini. Il novecento ha solo portato una certa aria di pianificazione persino negli omicidi condotti dai singoli. Ha tolto il primato agli omicidi di impeto creando a figura stessa del serial killer. Probabilmente si potrebbe dire che il novecento ha massificato anche l'omicidio, alla stregua delle catene di produzione di qualsiasi altra merce. Ha fornito gli strumenti per questa serializzazione ai pochissimi soggetti purtroppo predisposti ad approfittarne.
Dal punto di vista linguistico, il novecento ha sostituito alla parola mostro, col suo retaggio antico e fiabesco, con quella di omicida seriale che, al confronto, è quasi fordiano.
Di chi parlo (spoiler)
Il personaggio reale a cui si ispira "La strana storia del dottor Philippe" è il dottor Marcel Pétiot. Il link della biografia è alla pagina inglese di Wikipedia dato che non esiste quella italiana. Già leggere la sua storia è come leggere un romanzo per la serie incredibile di avvenimenti rocamboleschi e in fondo pressoché inspiegabili che l'hanno caratterizzata.
Se ne volete sapere di più e siete magari presi dalla voglia di leggerlo, eccovi i link alla versione eBook e alla versione Cartacea, presenti anche alla pagina dello shop.
Titolo | Versione Kindle | Copia cartacea |
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La strana storia del dottor Philippe, 2020(Do un'occhiata, per farmi un'idea) |