Afidi

Tassonomia e descrizione

Gli Afidi sono insetti dell'ordine degli Emitteri (o Rincoti). Nonostante il loro metabolismo e le particolarità del loro adattamento alla vita parassitica siano molto interessanti, in realtà per quello che riguarda i pesci d'acquario, l'unica cosa rilevante sono: le dimensioni comprese fra i 2 e i 4 mm (adatte alla maggior parte dei pesci con una taglia dai 3-4 cm in su) e il fatto che ai pesci, per esperienza, gli Afidi sembra piacciano molto. Immagino che il gradimento sia associato al fatto che, cibandosi di linfa, ulteriormente processata dai loro processi digestivi, il "gusto" che ne deriva sia qualcosa di simile al dolce (ma questa è una pura speculazione mia, senza la benché minima base oggettiva di riscontro!)

Inoculo iniziale e Allevamento

Quello degli Afidi non si può definire un allevamento vero e proprio: si tratta piuttosto di fare buon viso a cattivo gioco. Le condizioni irrinunciabili per pensare di prelevare gli Afidi dalle proprie (o altrui) piante ornamentali per usarli come pesci di acquario, sono almeno due:

  • occorre essere assolutamente certi che le piante da cui si prelevano gli Afidi non abbiano avuto nessun tipo di trattamento (né voluto né accidentale) con un qualsiasi insetticida di contatto o sistemico né con qualsiasi altra sostanza che possa poi diventare una fonte di avvelenamento per i pesci; per questa ragione, ad esempio, non potendo conoscere come sia stata gestita dal vivaio o dal garden center in cui abbiamo comprato una pianta ornamentale, escluderei decisamente di prelevare Afidi se non dopo qualche mese da quando la coltiviamo senza usare alcun tipo di insetticida;
  • occorre inoltre considerare la specificità dell'essenza vegetale su cui gli Afidi si stanno cibando: se, ad esempio, si trattasse di una specie di per sé velenosa (come Oleandro, Lauroceraso, ecc.) gli Afidi potrebbero (non ho mai fatto la prova) diventare essi stessi velenosi per i pesci. Anche in questo caso vale la pena, a mio avviso, evitare di usare i pesci come cavie.

Se queste due prime regole sono rispettate, allora può essere sensato pensare di fare una prova (ovviamente a vostro rischio e pericolo!) per vedere se i vostri pesci sono fra quelli che gradiscono questo tipo di integrazione alimentare.

Personalmente, fra quelli che allevo, la specie che di gran lunga preferisce cibarsi di "animaletti" caduti in acqua è l'Hyphessobrycon herbertaxelrodi (un nome quasi impronunciabile, che ha portato, abbastanza comprensibilmente, a chiamarlo «Neon nero»). Appena gli Afidi (ma lo stesso vale per altri malcapitati insetti di dimensione adeguata che mi siano capitati a tiro) vengono fatti cadere sulla superficie dell'acquario, i Neon neri compiono rapidissime "risalite" per afferrare con la bocca la preda e tornare rapidamente a metà vasca a masticare.

Prelievo individui

Io ho sperimentato due modi per prelavare gli Afidi:

  1. farli cadere dentro un recipiente (meglio se un bicchiere contenente acqua dell'acquario in modo che le bestiole non cerchino di scappare) semplicemente scuotendo rami o foglie su cui si trovano.
  2. Oppure, metodo che secondo me dà risultati migliori, passare un pennello da acquarello, bagnato, sulle piante; in questo modo gli Afidi rimangono attaccati al pennello, che andrà poi "ripulito" facendo cadere il tutto dentro l'acqua del recipiente.